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3 MODI PER PORTARE LA COMUNICAZIONE DELLA TUA AZIENDA ALLE STELLE

Aggiornamento: 16 apr 2020

Se stai leggendo questo post è perché sei un imprenditore o qualcuno che lo sta aiutando nella comunicazione. Se è così, significa che sei uno che non ama perdersi in chiacchiere ma vuole andare dritto al sodo.



Bene. Cercherò allora di non tirarla tanto per le lunghe e di andare dritto a quelle che secondo me sono le tre regole d’oro per lanciare con forza e credibilità la tua azienda nella luminosa costellazione della comunicazione digitale.


Come avrai notato, le cose da un po’ di tempo a questa parte sono cambiate. Basta guardarsi attorno per capire che la narrativa in generale sta attraversando una rivoluzione che prima non avremmo saputo neanche immaginare. Le piattaforme dalle quali siamo abituati a fruire i contenuti hanno letteralmente riprogrammato il nostro modo di pensare. Siamo passati dal cinema a Netflix, dai film di 90 minuti alle serie da dodici puntate e cinque stagioni, dagli spot pubblicitari erga omnes con budget da centinaia di migliaia se non milioni di euro, a quella targettizzata e online, spesso realizzata con poche migliaia di euro.


La rete cerca di cucirci addosso la nostra esperienza online, personalizzandola sempre di più e rendendola in qualche modo “su misura”. Noi stessi siamo diventati produttori di contenuti molto più di quanto non lo fossimo una decina di anni fa. Ci siamo riscoperti creativi, abbiamo capito che tutti noi abbiamo qualcosa di importante di comunicare e sappiamo che ognuno di noi può avere i suoi “5 minuti di notorietà”. Ci facciamo foto, video, a noi e ai nostri cari e, in alcuni casi, capita che questi vengano visti da più persone di quante ne metta insieme un vero e proprio film, magari realizzato con un budget da capogiro.

La mia domanda è, in questo scenario - completamente rivoluzionato rispetto a quello di pochi anni fa - si può continuare a fare comunicazione aziendale come la si faceva prima? 


La risposta a mio parere è no.

Si, lo ammetto, da bambino ero quello che si lamentava che le pubblicità fossero costantemente interrotte dal film. Però, voglio dire, non si può non riconoscere che la pubblicità abbia sempre portato il vessillo dell’avanguardia nella comunicazione visuale. Quindi qualcuno mi spieghi perché, negli ultimi anni, tanto la pubblicità quanto la comunicazione aziendale sono diventate ingessate, buoniste, noiose, prevedibili, inadeguate ai supporti sui quali i contenuti vengono distribuiti (molto spesso social e piattaforme tecnologiche). Lo avete notato anche voi, no?


Per come la vedo io, tutti noi imprenditori abbiamo una grossa responsabilità e una grossa opportunità, quella di ridisegnare lo scenario comunicativo che definirà le regole dello storytelling per i prossimi anni.

Troppo ambizioso? Io credo di no.

E poi non riesco a sentire la parola “troppo ambizioso” uscire dalla bocca di un’imprenditore.

Allora torniamo a bomba e cerchiamo di capire da dove partire per disegnare un modello completamente nuovo, efficace, entusiasmante, esaltante, avvincente, divertente, emozionante, commovente ed elettrizzante di comunicazione aziendale.


1) SERIALITA’


Uno dei primi punti sui quali riflettere è proprio questo. Oggi la nostra mente non è più strutturata per ricevere un contenuto singolo sul quale focalizzarsi. Oggi siamo abituati a seguire una storia che si articola in più puntate, che incontra il percorso narrativo in modi diversi e in tempi diversi. Pensate a come il mercato delle serie tv sia andato a sostituire quasi completamente quello dei film da 90 minuti. Al giorno d’oggi abbiamo bisogno di seguire una storia nella sua evoluzione, abbiamo bisogno di tempo per affezionarci ai personaggi, per sentirci parte del loro percorso, per empatizzare con loro, commuoverci con loro, combattere con loro, vincere con loro. Che tu abbia un ristorante, un’azienda high-tech, una fabbrica, un brand di moda o una palestra, gli imperativi narrativi sono sempre gli stessi: voglio sapere chi sei, voglio vedere cosa fai, voglio sapere ciò in cui credi e capire ciò contro cui stai combattendo… per decidere se essere o meno al tuo fianco. Per fare questo ho bisogno di tempo. Non mi bastano più 90 secondi. Voglio vederti, e rivederti e rivederti ancora, per capire come tieni nel tempo, se sei vero, se sei credibile se posso affidarmi a te. Non è più pensabile l’idea di fare soltanto un solo spot all’anno per condensare in esso tutta la filosofia, i progetti, il messaggio e i prodotti di un’azienda. Semplicemente non è abbastanza. Serve anche quello ma non solo quello e i canali social sono lo strumento perfetto per una comunicazione seriale. E’ grazie ad essi che possiamo far sì che le persone che ci seguono diventino parte della nostra community e parte del cambiamento che realizziamo nel nostro segmento di business.


2) DIVERSIFICAZIONE


Quello che dobbiamo avere in mente, quando pensiamo a creare un piano di comunicazione per il nostro business, è creare un arsenale di media diversificati e organici. Questo per due ragioni. Primo: la gente vuole variare. Secondo: non tutto ciò che vogliamo comunicare può essere messo nello stesso contenitore mediatico. Un video ha un peso diverso di una foto, che ha un peso diverso da una gif, che ha un peso diverso da una meme e così via. Per raccontare il nostro business possiamo usare mille modi diversi ed ognuno di essi ha la sua peculiarità. E non dobbiamo solo cambiare media, dobbiamo anche, indovinate un po’, cambiare genere. Passare dal documentario alla finzione, dalla visione alla realtà. Immaginate la storia della vostra azienda come un diario fatto da centinaia di media diversi, da parole, immagini, creazioni, accomunate dallo stesso stile e dallo stesso soggetto. Pensiamo ai nostri social come ad un pianoforte sul quale ogni tasto è un contenuto diverso (un video, una foto, una meme, una gif, uno spot…). Dobbiamo essere in grado di orchestrare un’armonia passando da uno strumento all’altro, senza possibilmente dimenticare nessuna nota fuori dal nostro pentagramma comunicativo.


3) DIROMPENZA


La dirompenza (l’essere “disruptive”) è qualcosa che è nella natura dei nuovi modelli imprenditoriali. Non penso solamente alle startup, ma a tutte quelle realtà che nel loro dna hanno quel gene che le porta all’attacco del mercato per riscriverne le regole. Queste imprese che puntano ad innovare e a sconvolgere spesso non trovano sul mercato studi di comunicazione visiva che siano altrettanto innovativi e dirompenti. Per questo si ritrovano ad adattarsi, senza averne la piena consapevolezza, alle vecchie forme di narrazione che gli vengono proposte, sia a livello formale che contenutistico. Forme e stili che a nostro parere non sono più adeguati a rappresentare i nuovi mercati.

E’ questa idea che ci ha portato a creare Daydream Studio: offrire a imprenditori e realtà dirompenti una comunicazione altrettanto innovativa e dirompente.


Disruptive artists for disruptive business leader

E tu? Quali sono secondo te le nuove linee narrative che la comunicazione aziendale dovrebbe avere per navigare con sicurezza nel mare della comunicazione digitale?



Note sull’autore


Sono Edward Bloom e mi occupo di comunicazione visiva per le aziende. Per comunicazione visiva intendo tutta la grammatica visuale attraverso cui un’azienda sceglie di comunicare: spot, video promozionali, commercial video, reportage fotografici, product video, testimonial video, brand video, corporate photography, ritratti aziendali, food photography e tutto quello che parla attraverso le immagini per fini commerciali. Sono il fondatore di Daydream Studio (www.daydreamstudio.eu) che ha sede a Roma e che, in breve tempo, è riuscito a collezionare collaborazioni con partner di varia natura, dalle grandi istituzioni alle piccole e medie imprese (Camera di Commercio di Roma, Pumais 2, Forbes, Donna Moderna, Marie Claire, Millionaire, Fondazione Ronald McDonald, CNA, Casina Valadier, Rosso Restaurant, Kram, DGV Travel, Coldwell Banker - Global Luxury, Medias France, Centopercentocachemere).

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